Microorganismi effettivi Fervida: cosa sono, come prepararli e come utilizzarli

Photo credit Carmela Kia Giambrone

Ho scoperto diversi anni fa i microorganismi effettivi, anche conosciuti come “FerVìda” di Pa Cheng, anziana donna thailandese famosa per aver usato e diffuso il metodo dei FerVìda.

Grazie ad un’amica, ho approfondito ed ho così scoperto il Dr. Teruo Higa, microbiologo ed agronomo giapponese, che ha fatto dei microrganismi effettivi una bandiera in campo agronomico e scientifico.

https://youtube.com/watch?v=OuggMe0Y-bI%3Fsi%3DY0w6LdggEtoTTL1b
microrganismi effettivi
fonte foto tecnichenuove.com

Ho studiato e letto moltissimi blog, siti e libri, ho trovato anche molti gruppi che ne parlano, in maniera più o meno chiara. Uno sul social blu e bianco, che mi sento di consigliare, è certamente quello dei Microrganismi FerVìda mentre un libro che ho trovato molto utile è “Microrganismi effettivi” di Teruo Higa, edito in Italia da Tecniche Nuove.

Come sempre però leggere non mi è bastato, così in questi anni ho sperimentato e sperimentato e con grande passione e cura, ho scoperto quanti usi e benefici possano davvero regalare questi organismi naturalmente presenti nell’ambiente, praticamente in ogni ambito della nostra vita quotidiana.

Ma che cosa sono i FerVìda (microrganismi effettivi)?

fervida microorganismi effettivi
Photo credit Carmela Kia Giambrone

I FerVìda, anche conosciuti come fermenti di vita, sono dei fermenti appunto che si ottengono a seguito di una lunga fermentazione in acqua zuccherata o per meglio dire dolcificata, di elementi vegetali.

Il periodo di fermentazione dei microorganismi effettivi

Il periodo di fermentazione varia molto a seconda della materia vegetale utilizzata, e dell’uso che dovrà esser fatto dei fervida finali.

In ogni caso però, il tempo di fermentazione varia ed è tra i 4 e i 12 mesi e proprio come il vino, più un FerVìda è vecchio, più è buono.

Questo tempo, apparentemente lungo, serve a permettere un buon sviluppo di questi microrganismi benefici e nutrienti, al contempo all’eliminazione di microrganismi e sostanze non utili e potenzialmente dannose.

In ultimo, questo tempo, serve ad estrarre nella maniera più efficace i principi attivi vegetali che stiamo facendo fermentare.

kombucha caraffa vetro tè fermentato
Photo credit Carmela Kia Giambrone • Kombucha

I FerVìda sono un concentrato di vita perchè in essi vengono racchiusi batteri utili, probiotici, enzimi, antiossidanti, amminoacidi essenziali, acidi grassi, vitamine, sali minerali e molto altro.

La soluzione fermentata ha un caratteristico aroma di aceto, esattamente come ciò che si può notare dopo una lunga coltivazione di kombucha, kefir d’acqua, sidro di mele o ancora, di pasta madre.

Alla fine del periodo fermentativo, la soluzione potrà essere utilizzata per uso interno, per uso esterno, per le pulizie di casa e potrà arricchire l’orto ed il compost,  insommma davvero in mille ed uno usi diversi.

La ricetta di come preparare i FerVìda

Photo credit Carmela Kia Giambrone

La base di partenza per ottenere dei FerVìda in casa nostra è molto semplice e gli ingredienti sono molto facili da reperire, eccoli qui:

  • acqua declorata
  • zucchero
  • parte vegetale scelta (biologica o naturale)

Esattamente, tutto qui.

Il procedimento, anch’esso semplice, permette di creare numerosi mix di FerVìda in un’unica volta così da far partire la fermentazione in contemporanea.

Potrete però, se lo preferite, creare FerVìda singoli, ossia a partire solo da una particolare specie vegetale, a voi la scelta. Io però preferisco mescolare più parti di vegetali diversi in modo da permettere di dare maggior efficacia al mio FerVìda finale. Ciò detto ho però sperimentato anche i Fervìda fatti a partire solo da rosmarino o lavanda del mio orto.

Procedimento base per la creazione di FerVìda

Il procedimenti per ottenere i vostri fervida è anch’esso estremamante semplice.

  1. Ponete tutto in un contenitore, meglio se di vetro, che abbia un’apertura grande, facile da poter pulire o rimuovere parti se necessario;
  2. diluite 1 parte di zucchero in 5 parti di acqua (io uso una tazza come dosatore);
  3. aggiungete 3 parti di materia vegetale.
  4. chiudete in maniera ermetica ed attendete.

Questo è il processo: certamente le cose non sono così semplici, la fermentazione andrà controllata e “accudita” durante tutto il tempo che come detto varia tra i 4 e i 12 mesi.

Consigli utili per i principianti di FerVìda

Per chi è alle prime esperienze con i fermenti FerVìda alcuni consigli davvero utili possono essere:

  • sperimentare senza troppe paure;
  • ricordati di fidarti dei tuoi sensi, ne sanno molto più di te. Un esempio? annusa: l’odore acre sarà il camapanello d’allarme che qualcosa non funziona come deve, il profumo d’aceto invece sarà sintomo di corretta fermentazione.

La mia esperienza: ricette ed ingredienti dei miei FerVìda

Photo credit Carmela Kia Giambrone

Il primo FerVìda che ho realizzato è stato quello di Aloe vera, per uso interno ed esterno a partire dalle mie piante. Poi, seguendo ciò che avevo disponibile in quel momento in casa, ho preparato altri 3 FerVìda, ogni FerVìda con spiccate azioni positive su alcuni apparati, organi o disturbi.

Per un benessere globale, per uso interno, ho realizzato i FerVìda #1 e #2 (con elementi vegetali organici o non trattati, soprattutto gli agrumi).

FerVìda #1

Ingredienti: 1 limone, bucce d’arancia, cavolo cappuccio, broccolo, curcuma e zenzero fresco, 1 mela, 2 spicchi d’aglio, semi di coriandolo, 1 kiwi, prezzemolo fresco, 1 carciofo e bacche di ginepro.

FerVìda #2

Ingredienti: 1 lattuga, passiflora, fiori di camomilla, noci e lenticchie secche.

Infine ho creato il FerVìda #3 per la pelle che uso diluito con idrolati di piante 1:30 come tonico o in aggiunta a creme e maschere.

Ingredienti: noci, mandorle, polvere di amla, fiori di calendula e radice di bardana.

FerVìda arcobaleno per le pulizie ecologiche, il bucato e l’orto

Photo credit Carmela Kia Giambrone

I FerVìda invece che ho realizzato per la pulizia della casa e per il bucato sono stati creati a partire dai miei scarti di cucina, definiti da tutti come, FerVìda arcobaleno.

Alcuni scarti di cucina hanno così preso la via della fermentazione e non quella classica di casa mia che porta alla mia compostiera.

Dopo 4 mesi ho ottenuto i miei primi FerVìda arcobaleno ed ho così potuto aggiungerli al bucato in lavatrice assieme all’olio essenziale di tea tree e lavanda. Molti seguono le istruzioni di inserire pietra pomice immersa in FerVìda, io ho sperimentato i FerVìda direttamente nel cestello ed il risultato è stato un bucato profumato e pulito, il tutto senza l’utilizzo di detersivi, naturalmente lavato a freddo o a 30°C.

Fervìda arcobaleno • Photo credits Carmela Giambrone

Certamente proverò la tecnica della pietra pomice ma per ora, mi trovo davvero molto bene seguendo questo metodo.

I FerVìda giovani, perfetti da usare nell’orto, per il compost ed il giardino

Un aiutino per il compost e l’orto può derivare dall’uso di FerVìda a partire da scarti vegetali di cucina ( e quindi quelli arcobaleno) ed in poco più di 4 mesi è possibile utilizzare la soluzione ottenuta per arricchire il terreno e regalare benefici alle nostre piante.

I FerVìda arcobaleno li ho usati anche per arricchire, come dicevo, il terriccio delle mie piante ed il mio compost: tutte le piante del mio orto e del mio terrazzo sono rigogliose come non mai e si ammalano pochissimo, naturalmente diluiti.

FerVìda dagli scarti vegetali di cucina

Photo credit Carmela Kia Giambrone

Per realizzare i FerVìda dagli scarti vegetali di cucina (scarti completamente biologici, vegetali e naturali) seguite quindi il classico processo:

  1. 1 parte di zucchero, 5 parti di acqua e 3 parti di scarti vegetali
  2. lasciate fermentare per 4 mesi (almeno)
  3. ecco pronto il vostro primo FerVìda arcobaleno.

Il mio consiglio, indipendentemente della materia vegetale che utilizzate per realizzarli, è di scegliere una diluizione 1:1000 ovvero (1ml di fervida:1l di acqua) procedendo a cicli annuali di 3 trattamenti nei periodi che precedono la semina (approssimativamente gennaio, marzo e settembre).  Se utilizzate i fervida anche come difesa dai parassiti fitofagi o micotici scegliete diluizioni più concentrate come 1:100, ad esempio.
Nel frattempo i FerVìda mi hanno talmente appassionata che cerco di realizzarne sempre di nuovi a partire solo da erbe, fiori e vegetali del mio orto urbano stagionale o dai miei scarti, ottenendo così un FerVìda nuovo ogni stagione dell’anno.

E voi cosa aspettate a sperimentare i vostri FerVìda?

A presto,

 
 

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Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

4 commenti

  1. Ciao Kia, vorrei approfittare per un consiglio: circa un anno e mezzo fa ho preparato sei barattoli di vetro da due litri di fervida di fichi d’india e poi per problemi vari li ho riposti e mi sono dimenticata di loro. Li ho riscoperti adesso e non so che fare; si sono quasi tutti stratificati in dischi gelatinosi e due hanno nella parte superiore dei dischi scuri con evidente presenza di muffe. Tutti presentano una parte liquida trasparente arancio. Vorrei per lo meno usarli nell’orto ma in che modo? Ti ringrazio per ogni consiglio che vorrai darmi

    1. Ciao Giuse, le piante trattate con i fervida (in opportuna diluizione) risultano molto più sane, reagendo bene a possibili sbalzi di temperatura e umidità inoltre i fervida, come il compost vegetale, arricchiscono il terreno e rafforzano le radici. Il mio consiglio, indipendentemente della materia vegetale che hai utilizzato per realizzarli, è di utilizzarli in diluizione 1:1000 (1ml:1l) procedendo a cicli annuali di 3 trattamenti nei periodi che precedono la semina (approssimativamente gennaio, marzo e settembre). Se poi utilizzi i fervida anche come difesa dai parassiti fitofagi o micotici scegli diluizioni più concentrate come 1:100.
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  2. Salve purtroppo dove sono io è difficile trovare scarti da agricoltura biologica….si possono fare ugualmente con frutta e verdura che si trovano al supermercato?o solo bio? grazie mille

    1. Ciao Paola, la cosa migliore è scegliere scarti provenienti da agricoltura naturale, biologica o biodinamica questo per evitare di portarsi dietro sostanze che non desideriamo avere nei fervìda 🙂

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